Osas

Ciao Iyasu,

sono Osas, come stai? La tua famiglia? Ho deciso di scriverti per raccontarti di un episodio che non dimenticherò mai: quello che ho visto in Libia quando c’era la guerra.
Io sono ghanese e prima di arrivare in Italia ero in Libia.
Ho visto un mio amico morire e anche tanti africani, ho visto anche come la Libia tratta gli immigrati.
La polizia ci ha cacciato fuori, alcuni sono stati messi in galera altri come me sono andati sul mare mediterraneo con la barca.
Dopo tanto tempo finalmente siamo arrivati a Lampedusa, in un campo molto grande dove c’erano tanti africani insieme.
Io non ho capito bene ma la polizia ha diviso noi e ci ha mandato in differenti paesi in Italia.
A Lampedusa ho avuto il mangiare, i pantaloni e le scarpe.
Io sono arrivato a Napoli prima in un albergo a Pomigliano e poi in comunità perché sono minore.
La casa è molto grande e bella ma non c’è il giardino però ci sono tre piccoli balconi.
Ora non c’è male, sto bene, in Libia avevo paura.
Solo adesso sono un po’ triste perché sono solo in Italia e non ci sono fratelli,sorelle e genitori.
Adesso vivo con altri ragazzi di Bangladesh e studio l’italiano perché importante, però non è facile, io devo imparare piano piano.
Grazie a Dio
Ora ti lascio, aspetto con ansia una tua risposta.
Saluti ai tuoi familiari in particolare alla tua cuginetta Danuwa con cui mi piaceva giocare tanto.

Ti abbraccio.
Osas